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Imbarcazione tipica del Tigullio particolarmente presente a Sestri Levante il cui inizio potrebbe risalire al basso Medio Evo con l’avvento della vela latina probabilmente portata dagli Arabi. E’ stata sempre utilizzata come mezzo di trasporto commerciale per il piccolo cabotaggio concepita per poter essere varata ed alata sulle spiagge vista la mancanza di porti e la politica della Repubblica Genovese di non consentire altri porti in concorrenza con quello di Genova. Le dimensioni erano tali da garantire la massima capacità di trasporto compatibilmente con la possibilità di trascinamento sulle spiagge con argani a braccia. Venivano costruiti anche direttamente sulla spiaggia. Il Nuovo Aiuto di Dio è stato costruito a Sestri Levante, sulla spiaggia che allora arrivava a fianco alla chiesa di Santa Maria di Nazaret, luogo che già nel 400 era sede di tale attività. Tratto distintivo del Leudo è costituito da un bolzone della coperta molto pronunciato ( in questo caso 728 mm), dall’inclinazione dell’albero usato anche come mezzo di carico e scarico, e dall’armatura velica latina. Il Leudo tiene bene il mare tanto da consentire navigazioni d’altura. C’è chi sostiene che tanti emigranti l’avessero utilizzato per raggiungere l’America, via del resto percorsa dal Leudo Felice Manin in occasione delle Colombiadi. La propulsione era esclusivamente velica, solo negli anni venti del secolo scorso sono stati installati motori. Il Leudo nell’ultimo periodo della sua diffusione, e cioè nella prima metà del secolo scorso, era un’imbarcazione adibita al trasporto di vino e formaggi dalle isole, sabbia e materiali vari lungo la Riviera. Fino agli anni 50 trasportava vino dall’isola d’Elba. Esistevano quindi Leudi vinaccieri con botti costruite a bordo sottocoperta, e botticelle piccole in coperta, Leudi formaggiai, preannunciati dal tipico odore e leudi surairi (da sura=ghiaia) adibiti al trasporto di sabbia per l’attività edilizia. Esistevano leudi minori chiamati latini a Sestri Levante e rivanetti a Riva Trigoso, adibiti nella seconda metà dell’ottocento, alla pesca con le manate nei mari al largo dell’Africa o sulle coste toscane laziali. A bordo avevano le provviste e l’occorrente per salare le acciughe, andavano sulla costa principalmente per asciugare le reti o ripristinare provviste, di solito la stagione aveva termine entro la prima decade di luglio. Gli ultimi leudi furono abbandonati negli anni 50 soppiantati dal trasporto su gomma, dall’istituzione di traghetti per le isole e dagli alti costi di manutenzione che avevano sconsigliato i proprietari di sostenere i costi del loro mantenimento per cui li hanno lasciati perire. Solo pochi, per merito di alcuni appassionati delle tradizioni marinare, si sono salvati e di questi il Nuovo Aiuto di Dio oggi è l’unico in Liguria in grado di navigare. Varato nel 1925 in sostituzione del precedente Aiuto di Dio naufragato sulle secche toscane è stato adibito dalla famiglia Zolezzi proprietaria al trasporto del vino. Per la sua storia e quella degli altri leudi si può consultare Giovanni Panella, Leudi di Liguria e Bo Edoardo, Il leudo Rivano.