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Sestri Levante in pillole… Piazza Francesco Bo

E’ dedicata al nome del Sindaco di Sestri Levante Gio Francesco Bo che ricoprì la carica nel corso degli anni Cinquanta dell’Ottocento. Egli si mise particolarmente in luce durante una micidiale epidemia di colera, partecipando personalmente alle operazioni sanitarie coadiuvato da un gruppo di volenterosi.

Nella pubblicazione di foto storiche curata da Giacomo Rossignotti, si legge che al secondo piano del palazzo Gropallo, nel centro storico, abitava il Dottor Giovanni Battista Bo, “il medico di tutta Sestri”, poi diventato Sindaco. Un Angelo Bo “insigne clinico” (1801.1873) diventò Senatore. Giovanni Bo fu per alcuni decenni Presidente della Società di Filarmonica di Sestri Levante. Oltre alla citata Banca Marcello Bo e Nipoti, negli anni Trenta era presente al numero 12 della stessa strada la farmacia di Cornelio Bo.

Venendo a tempi più vicini a noi, troviamo due personaggi assai importanti, Giorgio e Carlo Bo, nati entrambi a Sestri Levante dei quali, sia pure per motivi diversi, hanno parlato abbondantemente le cronache nazionali della seconda metà del Novecento.

Il primo era nato nella città levantina nel 1905 ed aveva intrapreso gli studi per una carriera da insegnante universitario di Diritto Privato e di Diritto Pubblico. Brillante professore all’Ateneo genovese, ad un certo punto Giorgio Bo aveva visto l’esercizio di questa sua professione intersecarsi con glie eventi amministrativi della ricostruzione post-bellica e, successivamente del cosiddetto “boom economico”. Eccolo allora affacciarsi al mondo della politica dove dimostrò da subito di avere in serbo degli argomenti assai importanti per la risoluzione dei problemi che stavano sul tavolo dell’Italia di allora.

Definito “democristiano di sinistra”, Giorgio Bo è entrato a fare parte di tutti i governi succedutisi dalla metà degli anni Cinquanta fino alla seconda parte del decennio successivo, ritardandosi dal mondo della politica, malato nel 1968.

(…) Carlo Bo nacque del 1911 da Angelo e Ada Sanguineti. Era fratello di Laura e Gianfranco. Dopo aver frequentato le Elementari a Sestri Levante proseguì gli studi liceali e ginnasiali presso l’Istituito Arecco di Genova. Il caso ha voluto che in quella scuola fosse Professore di Greco Camillo Sbarbaro, un incontro che – come spiega la nipote Marcella – “segnò una svolta nella sua vita facendogli scoprire la sua vocazione letteraria”.

Fu così che nel 1929, conseguita la maturità, al momento della scelta per l’avvenire, invece di iscriversi alla Facoltà di Farmacia come pareva preventivato, eccolo optare per quella di Lettere Classiche all’Università di Firenze. Da quel momento Carlo Bo entrava in una nuova fase della propria esistenza dedicata ad ininterrotti approfondimenti letterali e filosofici che lo mettevano a contatto con le personalità più importanti dell’universo culturale italiano, da Lisi, Batocchi e soprattutto Bargellini, per giungere a Papini, Giuliotti, Mario Luzi, Leone Traverso, Renato Poggioli.

Gli studi di Carlo Bo, oltre che sulla letteratura italiana, spaziano su quella francesca e su quella spagnola. A soli 27 anni, nel 1938, egli scriveva il saggio “Letteratura come vita” considerato il manifesto dell’Ermetismo.

E’ ancora Marcella Bo a raccontare che “Gli anni della sua gioventù li trascorre tra Firenze e Sestri Levante dove, soprattutto nella stagione invernale, passa le giornate leggendo dalla mattina alla sera con il solo breve intervallo di una passeggiata con la sorella fino al porgo o lungo il mare”.

Nell’ambito di questi periodi “sestresi” Carlo Bo riesce ad organizzare degli incontri letterali che vedono di volta in volta presenti nel suo studio personaggi eterogenei come i propri amici locali e fiorentini, Descalzo, Operti, Van Schendel e molti altri. Nel 1939 risulta vincitore della Cattedra di Letteratura francesca all’Università di Urbino. Otto anni dopo viene nominato Rettore.

Durante gli anni della guerra conosce a Sestri Levante la signorina Marise Ferro, che sposerà al termine del conflitto. In quel periodo si trasferisce a Milano dove inizia un percorso professione di pubblicista e collaboratore a diverse testate giornalistiche e riviste, approfondendo temi di critica letteraria, sociali, di varia cultura.

Si tratta di una brillante attività che, unitamente agli straordinari risultati conseguiti all’Università di Urbino, gli vale la nomina di Senatore a vita conferitagli nel 1984.

(…) Carlo Bo si è spento nel 2001.

 

 

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