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La cittadina, che si affaccia sul Golfo del Tigullio, deve il soprannome di “città dei due mari” alla sua particolare conformazione geografica: l’antico centro storico sorge infatti su un isolotto collegato alla terraferma da un istmo che si prospetta tra due baie, quella delle Favole e quella del Silenzio.
La Baia del Silenzio è generalmente chiamata dai sestresi Levante o Portobello. Fu Giovanni Descalzo a suggerire per la baia di Levante il nome “Baia del Silenzio” e lo fece così:
“I due golfetti formati dall’istmo alluvionale, hanno aspetti e caratteristiche diverse. Quello di levante è un pò La baia del silenzio”. E’ come un cratere etrusco, con l’ansa dentellata di scogliere: le case si specchiano nel cobalto, nessuna via rumorosa corre lungo la riva sabbiosa eve le barche contendono lo spazio ai bagnanti d’estate e dove in inverno le onde sono signore. La mole della Punta Manara avanza nel Tirreno con dirupar di scogliere varie, di grotte, punte e calanchette, coperta sul dorso dalla più profumata flora mediterranea. Una strada sale alla chiesetta dei Cappuccini che ha innanzi un’altana dalla quale tutto il Golfo Tigullio si spiega nella sua ampiezza. Questo luogo di raccoglimento e di contemplazione amato da Byron è mèta di poeti e di pittori che ogni giorno vi si recano a rinnovare e ritemprare le loro ispirazioni”.
Dunque anche Levante accoglieva una piccola flottiglia di barche, ma adatte appena alla pesca di minimo cabotaggio. La vera lotta per l’esistenza si svolgeva sulla spiaggia di Ponente, che accoglieva ai tempi d’oro centinaia di leudi e latini.
Sulla spiaggia di Ponente, nella zona chiamata Balin, i pescstori avevano ricavato una spianata dove giocavano a bocce, ed è proprio qui che morì Giovanni Descalzo, non ancora cinquantenne,
Per la spiaggia di Ponente fu invece Enzo Tortora, a trovare il brand di successo…o meglio, riportò durante una puntata della trasmissione serale “Campanile sera” una notazione letta nell’autobiografia di H. C. Andersen:
“Esultavo al vedere quel rigoglio della terra: che fiabesca serata trascorsi a Sestri Levante! La locanda era vicinissima al mare e una forte risacca la lambiva; nel cielo le nuvole erano di fuoco, e sui monti si alternavano i colori più vivi. Gli alberi stessi erano come gigantesche canestre di frutta, colme di grappoli ricchissimi portati dalle viti”.
Tortora parlava di un palco eretto in Piazza Matteotti, a ridosso della chiesa di Santa Maria di Nazareth e presso il luogo dove ai primi dell’Ottocento sorgeva la locanda che ospitò Andersen… gli venne spontaneo proporre il nome di “Baia delle Favole”.